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Didattica |
FontiPredicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)a cura di Roberto Rusconi © 1981-2006 – Roberto Rusconi Sezione I – L'inquadramento religioso delle popolazioni nell'alto medioevo7. Carlo Magno commissiona la nuova edizione delle letture per la predicazioneSempre preoccupato di dettare norme che portassero all'uniformità nell'ambito ecclesiastico e di allinearsi agli usi religiosi e liturgici della chiesa di Roma, Carlo Magno, dopo avere provveduto alla revisione del testo della Bibbia e dopo aver affidato la riforma del rituale per l'amministrazione dei sacramenti al monaco irlandese Alcuino, incaricò il monaco longobardo Paolo Diacono di compilare un nuovo «lezionario»: cioè una raccolta di testi tratti dalle omelie e dai sermoni patristici, la cui lettura, oltre che avere una funzione liturgica, doveva mettere a disposizione dei chierici i testi per predicare al popolo. L'opera di Paolo Diacono, comunque, non riuscì mai ad assurgere al ruolo esclusivo del testo ufficiale, malgrado il peso dell'autorità imperiale e la sua aderenza alla tradizione del secolo precedente. Riportiamo qui la lettera con cui Carlo Magno rese pubblico l'incarico di Paolo Diacono. Fonte: Monumenta Germaniae Historica: Capitularia Regum Francorum, I cit., pp. 80-81. La traduzione è mia. Carlo, confidando nell'aiuto di Dio re dei Franchi e dei Longobardi e patrizio dei Romani, ai religiosi lettori sottoposti alla nostra giurisdizione. Poiché la clemenza di Dio sempre ci custodisce in patria e al di fuori, sia nelle vicende di guerra che nella tranquillità della pace, anche se la miseria degli uomini non riesce a ricambiare per nulla i suoi benefici, il nostro Dio, poiché è di inestimabile misericordia, approva benevolmente le volontà che si sono dedicate al suo servizio. Pertanto, poiché a noi sta a cuore che lo stato delle nostre chiese sempre progredisca verso il meglio, ci siamo preoccupati di riparare l'officina quasi del tutto caduta in rovina a causa dell'inoperosità dei nostri antenati, ed invitiamo quanti possiamo, anche con il nostro esempio, ad intraprendere gli studi delle arti liberali. Tra l'altro già da tempo correggemmo accuratamente tutti i libri del Vecchio e del Nuovo Testamento, corrotti dalla incapacità dei trascrittori. Infervorati dall'esempio di nostro padre Pipino [1], di venerata memoria, il quale adornò di sua iniziativa tutte le chiese della Gallia con canti di tradizione romana, noi inoltre, non meno solerti, ci curiamo, come obiettivo, di arricchirle di una serie di importanti letture. Inoltre, dal momento che abbiamo riscontrato che le letture per l'ufficio notturno, compilate da taluni con lavoro inutile, forse con retta intenzione, tuttavia meno adatta al compito, e che talune sono state addirittura riprodotte senza le stesse parole dei loro autori, e brulicanti di difetti infiniti in ogni anfratto, non abbiamo tollerato che ai nostri giorni nelle letture divine, durante gli uffici, strepitassero solecismi [2] stonati, e ci siamo proposti di riformare in meglio la trasmissione di quelle letture. E questo lavoro di lima Io abbiamo imposto a Paolo Diacono, nostro familiare e cliente: allo scopo cioè, ripercorrendo con cura i detti dei Padri cattolici, come se dai loro vastissimi prati cogliesse taluni fiorellini, di radunare quasi in un'unica corona tutti quelli che fossero utili. Egli, desiderando obbedire con devozione alla nostra maestà, leggendo e rileggendo i trattati e i sermoni dei diversi Padri cattolici, e traendone le cose migliori, in due volumi ci offerse le letture che, in maniera distinta e prive di vizi, fossero adatte ad ogni festività per tutto il corso dell'anno. E dopo avere con il nostro discernimento esaminato di tutte il testo, corroboriamo quei volumi con la nostra autorità e li consegnamo alla vostra religione da leggere nelle chiese di Cristo. [1] Pipino III il Breve (714-768). [2] Errori o improprietà di costruzione o di sintassi. |
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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006 |